Sono in prigione (e non è uno scherzo!)
Potrebbe capitarti di cercarmi e che ti
rispondano che sono in prigione, non è uno scherzo.
Vivo più o meno duecento giorni l’ anno tra i
disperati in un carcere, come tutti non posso utilizzare cellulare e internet,
il mio ufficio è una cella, senza pc, tanto meno la tv.
Mangio quello che mangiano tutti, molte volte
salto il pasto perché non c’è tempo, cosi come non ne ho per rispondere a chi
mi critica per la vitaccia che faccio o per domandarmi se sono davanti a
persone normali o no.
Alleno tra le mura di un carcere dove, se ti
guardi intorno non hai consolazione, vedi solo le mura di cinta e i blocchi di
cemento dei vari reparti, una squadra di calcio cosmopolita, unica, originale e
speciale, quella della II Casa di Reclusione di Milano, il Carcere di Bollate
per intenderci, l'unico Team in Europa composto interamente da detenuti (di 5
Continenti, 21 Paesi e quindi culture, lingue, reati, religioni e reparti
diversi) che disputa regolarmente i campionati della F.I.G.C. (Federazione
Italiana Giuoco Calcio) e autorizzato a giocare le proprie gare anche in
trasferta.
Non credo che questa esperienza cambierà il
mondo, nemmeno la sfida che ho deciso di accettare, di certo è importante e ha
un senso soprattutto per me perché ha cambiato anche me.
Ci sono cose che se non le vivi non le puoi
raccontare, ci provo questa sera nello speciale ''Portami con te''
andato in onda su Rai Sport 1.
Carlo Feroldi – www.carloferoldi.weebly.com
Riproduzione Riservata - J Di calcio e d'altre nuvole
Nessun commento:
Posta un commento