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martedì 21 giugno 2016

SOGNI DI UN BAMBINO

Le prime scarpe da calcio sì, quello è stato un bel risparmio, con tutte quelle normali che aprivo in punta sul campo spelacchiato del Borgo di San Leonardo.
Avevo due scelte su tre che sognano tutti i bambini; se vuoi diventare un cantante, devi avere un po’ di orecchio, ne avevo due anche un po’ a sventola per colpa dei capelli corti pettinati con la riga e quegli antipatici occhialetti, solo che ero (e sono) stonato e quindi di giorno sognavo di diventare un calciatore (ho giocato nella squadra dell’oratorio, fortissima allenata da un precursore di Julio Velasco prestato al calcio dalla pallavolo, aveva un cognome russo (non avrei mai immaginato che anni dopo alla Casalese avrei insegnato a suo figlio nella scuola calcio).
Ero ancora bambino rispetto agli altri, in tutto ho giocato solo un secondo tempo di una partita in tutto il campionato, vincevamo già sette a zero e di danni non ne potevo fare: però ero felice lo stesso, facevo parte comunque di una squadra, la mia prima squadra.

Di sera invece prima di andare a dormire mettevo le mutande sopra il pigiama per diventare come Batman.


Carlo Feroldi – www.carloferoldi.weebly.com
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