Alla gente non si può
imporre chi amare, figuriamoci di amare una maglia di calcio, però nemmeno
così.
Guardi la tv e pensi stia
giocando il Livorno, la Reggiana o la
Salernitana e scopri che è la Lazio che gioca con la maglia amaranto, cambi
canale e vedi una partita tra due squadre che credi di non conoscere, giocano i
blu contro i verdi e ci metti un po’ a capire che stanno giocando la Juventus
contro il Parma.
Cambi canale , pensi che
stia giocando il Palermo e invece è il Cesena con la nuova maglia rosa dedicata
a Pantani.
La Roma a volte gioca con
una maglia nera che sembra più un abito da sera.
Da bambini sceglievamo la
squadra del cuore anche per i colori della maglia che identificava più la
squadra che un singolo giocatore, oggi tra seconde e terze divise non si
capisce più niente.
E’ il marketing dello
sport, quello che nel calcio un po’ alla volta ci sta togliendo tutto, compreso
la voglia di andare allo stadio.
Pensare che quando hanno
inventato la tv a colori ed eravamo bambini eravamo così contenti perché chi
non poteva andare allo stadio poteva vedersi materializzato attraverso lo
schermo i propri colori per i quali ci si agitava fin da piccoli.
Quasi quasi era meglio
quando le partite in tv le trasmettevano in bianco e nero, o meglio, in grigio.
C’era più gusto.
Carlo Feroldi – www.carloferoldi.weebly.com
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