A volte
pensiamo che certe cose capitino sempre e solo agli altri.
Poi ci
sono volte nelle quali siamo costretti, nostro malgrado a toccare con mano.
Affetti che stanno preparando i bagagli per rientrare dopo un viaggio di lavoro
(avrebbero dovuto essere in aeroporto nel pomeriggio) sono costretti a starsene
asserragliati nel caos in un hotel del centro presidiato dall'esercito.
Immagini
in tv, gente che piange, bimbi piccoli impauriti e disperati come ostaggi in una
città in stato di guerra.
A casa
nonne con il rosario in mano, nonni che
piangono con i convulsi davanti alla tv tanto che devi chiamare il medico di famiglia
per farti consigliare e onvincerli a prendere qualche goccia di tranquillante
che sia compatibile con la montagna di scatolette farmaci che già prendono
normalmente.
Quando tocchi con mano è difficile
esprimere quello che provi mentre cerchi di tenere il filo di tutto.
Gratitudine perchè sai che ci sono,
li hai appena sentiti, seppure con difficoltà riesci a comunicare.
E poi?
Provi rabbia, solo rabbia, tanta
rabbia.
Uomini o donne che si sono fatti
esplodere?
Ma non chiamiamoli uomini o donne,
non so bene come si possano definire, ma non chiamiamo quella gentaglia uomini.
Non chiamiamo quella gentaglia donne.
Non chiamiamo quella gentaglia nemmeno
animali.
Allah sarà pur grande, ma qualche
figlio di puttana in giro per il mondo ce l'ha pure lui.
Carlo Feroldi – www.carloferoldi.weebly.com
Riproduzione Riservata - J Di calcio e d'altre nuvole
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