Ieri
mattina mentre ero in viaggio, mi ha chiamato dal baretto (da Terry quello su a
8oo metri dopo la curva) per comunicarmi la notizia.
La
voce dell’esperto di funghi dal telefono a scatti verso mezzogiorno (lì su per
fortuna non abbiamo il segnale dei cellulari) mi dice che << ve, ti dico
l’ultima, va che Ivo è positivo, lo tengono dentro >>.
Non
ho capito bene, anche se l’aveva detto che dopo queste feste doveva andare in
città all’ospedale a fare dei controlli, degli esami e delle visite.
Centodieci
o centoventi chili di pasta d’uomo fatta in casa per dire alla buona e com’è
buono.
Ivo
(Ivone per gli amici) dopo cena (che, immagino che tipo di cena sia per uno che
a merenda è capace di mangiarti un piatto di vitello tonnato) viene su con il King
cab grigio e marrone scassato al baretto, l’unico che abbiamo in paese, con gli
amici per concedersi alle sfide.
Siccome
sappiamo che gli piace il pesce di mare, e su dalle nostre parti non è così
facile mangiarlo, e poi anche perché immaginarlo
d’estate sdraiato al sole di Rimini o a Forte dei Marmi, con un sorriso largo
davanti a un profumo di un piatto di pesce fresco è dura, non ha mai fatto un
giorno di ferie, una volta siamo per andare a mangiarlo in un ristorante vicino
a Treviolo.
Rivolto
a un cameriere, ma con gentilezza << mi scusi tanto ma mia moglie un piattino così lo da mangiare al canarino>>.
Saranno stati
due etti di spaghetti allo scoglio.
E’
bello ascoltarlo in quelle conversazioni tra essere umani che suonano umane e
soprattutto si svolgono con voci umane, sia si tratti di semplici informazioni,
di opinioni, di scenari, argomenti a favore o contro anche divertenti,
digressioni e trasgressioni perché la sua voce umana è sostanzialmente aperta, naturale
e soprattutto non artificiosa.
Quando
sono su, ci si trova in compagnia dell’esperto di funghi, dello scalatore, della
guida alpina, del maratoneta, della tiratrice con l’arco, del campione di sci e di un altro trio che abita
al paese di sotto intorno ad un tavolo e, chi è capace di giocare si sfida a
carte.
Un
grande inno alla vita che è l’amicizia e la voglia di ritrovarsi e dello stare
insieme davanti a un grande camino acceso tutto l’anno, sia d’estate che, a
maggior ragione d’inverno.
Le
giornate di Ivo sono in segheria, le sere invece sono piene di briscole, tressette
e ciapanò, proprio i suoi giochi preferiti, di tante partite vinte che avrebbe
dovuto perdere e di tante partite perse che avrebbe dovuto vincere, per questo
fa sempre coppia fissa con la tiratrice con l’arco, forse pensano che, giocando
insieme possano darsi una mano.
Già
sulla carta Ivone sarebbe uno che di solito dovrebbe perdere ma, per sua
fortuna in quel gioco che si fa un po’ ovunque, il risultato non sta scritto nelle carte,
ed il bello è proprio questo.
Da
grande appassionato che è, ripete spesso che << Tutto ciò che so con più
sicurezza su morale e doveri lo devo alle carte>> .
Che
non si cede mai agli avversari, nemmeno quando all’ultima mano sai che gli
altri fanno già cinquantanove, lho imparato da Ivone in quelle poche volte che
mi ha concesso di giocare con lui perché non sono capace.
Figurati
se uno così, cede a una malattia.
Carlo Feroldi – www.carloferoldi.weebly.com
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