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venerdì 1 gennaio 2016

GIA' CONSUMATI

Primo giorno dell’anno.
Siamo già consumati.
Ci auguriamo ciò che vorremmo, consultiamo gli oroscopi per capire cosa ci riserverà.
Chissà come sarà il nuovo anno.
Di questi tempi è più facile azzeccare un terno al lotto che una previsione sul futuro.
Sarà perché ci si muove alla velocità della luce, con tempi sempre più sincopati e con le giornate sempre più strette nella morsa delle migliaia di cose da fare.
Sarà perché il futuro ci ha illusi, ma la gente ha bisogno di ritornare con i piedi per terra, di riflettere con se stessa, di ritrovare un contatto con la natura di là dallo stress e delle difficoltà quotidiane, di condividere, ascoltare, meditare e riflettere, magari qualche volta voltandosi indietro verso il passato.
Quello che il progresso consuma velocemente a forza di e dai ci ha consumato.
Anche se non ce ne accorgiamo, stiamo riscoprendo il tribalismo, ciò che facciamo fatica a comprendere e che si chiama weconomy, non è nient’altro che la condivisione, quotidianamente, anche se, in maniera moderna viviamo di baratti proprio come una volta.
C’è chi inventa, c’è chi produce, la mission del marketing è emozionare la gente, e noi magari troviamo ciò che ci emoziona di più andando a rovistare nelle cantine e nelle soffitte dei nonni.
Guardiamo le vecchie foto in bianco e nero sbiadite, le conserviamo come si fa con i santini, quasi fossero appigli, quasi a voler chiedere la protezione ai nostri antenati.
Nel quotidiano più nessuno ha la forza per emergere se non in un gruppo, in una comunità o in un sistema.
Guardandoci indietro, scavando nel passato, anche nei nostri errori,  possiamo ritrovare nuove idee necessarie per tirare avanti e poter guardare così anche al futuro.

Non ci accorgeremmo nemmeno del tempo che passa.

Carlo Feroldi – www.carloferoldi.weebly.com
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