Tanto per cambiare e non perdere l’abitudine un altro trasloco.
Ieri sera ho aperto un magico scatolone, il più bello, quello
delle mie scartoffie, è quello che ho
cercato per primo.
Mi è passato per le mani il foglio un po’ ingiallito sul quale un
mercoledì di ottobre di tre anni fa ho scritto Silenzi
Chi si ricorda se l’ho scritta al mattino o alla sera.
Di notte mi sembra quasi impossibile perché di notte di solito
scrivo solo al Supermercato dove faccio la spesa quando, con quello che compro,
magari all’ultimo momento prima della
chiusura riesco a ritagliarmi delle cenette improvvisate che poi si
rivelano sempre spettacolari.
Sicuramente mi sarà venuta proprio così e, quando mi viene, in
quattro e quattrotto prendo matita e quaderno e butto giù senza tante pretese.
Una delle più grandi abilità che mi riconosco, a parte quella a
volte di farmi incastrare, è quella certe volte di riuscire ad incastrarmi da
solo, come quella volta che, invitato da un gruppo di poesia, mi hanno chiesto
quale era il silenzio che preferivo di più e quale di meno.
Cambiare le cose in corsa a volte oltre che bello ed entusiasmante
può essere anche utile, non credo lo sia altrettanto in una lettera o in qualche
cosa che hai scritto in precedenza, che senso avrebbe, non è lo stesso momento
nel quale ti è venuto il bisogno di scrivere, e poi non è lo stesso stato
d’animo.
Sarebbe come correggere togliendo un po’ di quel magico che ogni
emozione scritta contiene.
Se dovessi riscriverla oggi, dopo tre anni, cambierei poco o quasi
niente, aggiungerei solo il silenzio dei paraculo.
E’ quello delle persone che pur essendo all’avanguardia e moderne,
quando fa comodo si spacciano più che per vintage per antiche proprio,
all’antica dei tempi nei quali non esistevano cose moderne come il
telefoni, i messaggi su whatsapp, gli sms
ed i social.
Cose troppo moderne per uomini e donne all’antica, orgogliosi e un
po’ paraculi, tanto da capire che il silenzio è (quasi) sempre la strategia
migliore.
Non hanno bisogno di nessun chiarimento, di nessuna chiacchierata.
Gente abituata a cancellare gli imbarazzi con una risata, a ritornare
sugli argomenti scherzandoci sopra, a sorvolare con la classica pacca sulla
spalla.
Dentro certi ambienti sta proprio qui la differenza quando girano
le scatole.
A persone così, quando girano le scatole, se girano nel verso giusto, ogni problema può
trasformarsi in un’opportunità e in una risorsa.
Diceva Andy Warhol che si ha più potere quando si tace perché
così la gente comincia a dubitare di se stessa, certo è che a volte la gente,
in attesa che sia il tempo a rispondere per lei manda giù di quei silenzi..
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